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Army National Guard

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Army National Guard
Distintivo della Army National Guard
Descrizione generale
Attiva1636[1] – 1903
1903[2] - oggi
NazioneStati Uniti (bandiera) Stati Uniti d'America
Tipoforza riservista dell'esercito
RuoloRiserva militare
Dimensione350.200 effettivi
Guarnigione/QGTutti gli Stati federati degli Stati Uniti d'America in cui è presente
SoprannomeARNG
Army Guard
The Guard
Anniversari13 dicembre
Sito internethttp://www.army.mil/nationalguard
Parte di
Comandanti
DirettoreTenente generale
Jon A. Jensen
Vice-direttoreMaggior generale
Richard F. Johnson
Sergente maggiore comandanteCSM
John F. Sampa
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

La Army National Guard (ARNG) è la componente terrestre della United States National Guard, riserva militare delle forze armate americane.

Durante i periodi di pace la Army National Guard risponde all'amministrazione di ognuno dei 50 stati dell'unione, di tre territori oltremare e del District of Columbia. Tuttavia, durante le emergenze nazionali, il Presidente degli Stati Uniti si riserva il diritto di mobilizzarla, inserendola nello stato di attività federale. Quando federalizzate, le unità rispondono direttamente ai comandi combattenti del teatro nel quale esse stanno operando, e in ultima istanza, direttamente al Presidente. Anche quando non federalizzata, la Army National Guard ha degli obblighi a livello nazionale, cioè quello di mantenere le sue truppe addestrate e ben equipaggiate, pronte per la mobilitazione alla guerra, all'emergenza nazionale e ad ogni altra necessità.

Equipaggiamento

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Al 2024, la ArNG dispone dei seguenti principali mezzi e velivoli[3]:

  • 260 M-1126 Stryker ICV
  • 114 M-1127 Stryker RV
  • 24 M-1128 Stryker MGS
  • 72 M-1129 Stryker MCV
  • 60 M-1130 Stryker CV
  • 26 M-1131 Stryker FSV
  • 24 M-1132 Stryker Engineer
  • 28 M-1133 Stryker MEV
  • 18 M-1134 Stryker ATGM
  • 540 M-2A2 Bradley IFV
  • 176 M-2A3 Bradley IFV
  • 65 M-3A2 Bradley CFV
  • 38 M-3A3 Bradley CFV
  • 674 M-1A2 Abrams
  • 830 M-113A3
  • 44 M-270A2 MLRS
  • 192 M-142 HIMARS
  • 210 M-109 A6 Paladin
  • 260 AN/TWQ-1 Avenger
  • 46 C-12 Huron
  • 11 C-26 Metroliner
  • 156 CH-47F Chinook
  • 192 UH-72A Lakota
  • 18 UH-72B Lakota
  • 411 UH-60L Blackhawk
  • 330 UH-60M Blackhawk
  • 72 AH-64D Apache
  • 24 AH-64E Apache
  • 120 HH-60M Blackhawk MEDEVAC
  • 108 TUAV RQ-7B Shadow

Organizzazione

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L'OSACOM (Operational Support Airlift Command) è in fase di dissolvimento e riassorbimento da parte del Gruppo di operazioni aeree dell'U.S.Army (AAOG) e sotto i programmi dell'esercito regolare per i velivoli ad ala fissa. Questa ristrutturazione porterà alla creazione di una attività sotto il controllo del Distretto militare di Washington (MDW) che riporterà direttamente al comandante dell'AAOG. Durante questa ristrutturazione, 48 stati convertiranno i loro distaccamenti da TDA a MTOE lasciando soltanto 5 stati ancora sotto un distaccamento di volo di stato TDA. I distaccamenti verranno controllati amministrativamente dal 2nd Battalion, 245th Aviation Regiment della Oklahoma Army National Guard e il 2nd Battalion, 641st Aviation Regiment dell'Oregon Army National Guard. La Guardia Nazionale chiuderà 3 dei 4 Centri regionali di volo, allineando il solo Centro di volo regionale rimanente a Fort Belvoir sotto il MDW/AAOG e vi trasferirà 4 UC-35 e 1 C-12 per stabilire un distaccamento di volo OSA non esecutivo.[4][5]

13 Quartier Generali di Comando e Controllo

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2 Gruppi di Forze Speciali

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27 Brigade Combat Teams

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44 Brigate di Supporto Multifunzionali

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58 Brigate e Gruppi di Supporto Funzionali

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  1. ^ Come milizia finanziata da vari stati con nomi diversi.
  2. ^ Come istituzione federale
  3. ^ FY24 National Guard and Reserve Equipment Report Final
  4. ^ Copia archiviata, su osaa.belvoir.army.mil. URL consultato il 5 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2020).
  5. ^ Articolo sulla rivista Scramble, Luglio 2020 (PDF), su dl.magazinedl.com. URL consultato il 17 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2020).
  6. ^ ArNG Force Structure 2016, su nationalguard.mil. URL consultato il 4 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2018).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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