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Forze armate albanesi

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Forcat e Armatosura të Republikës së Shqipërisë
Forze Armate d'Albania
Descrizione generale
Attiva1912 - oggi
Nazione Repubblica albanese
Regno albanese
Repubblica Popolare Socialista d'Albania
Albania (bandiera) Albania
ServizioForze armate
Dimensione~ 6.700 effettivi (2020)
~ 14.000 riservisti[1] effettivi
c.a. 1.500.000 coscrivibili
Guarnigione/QGTirana
MottoAtdheu mbi te gjitha
(La patria sopra di tutto)
Battaglie/guerrePrima guerra mondiale
Invasione italiana dell'Albania
Seconda guerra mondiale
  • Campagna di Grecia
    Anarchia albanese del 1997
    Guerra al terrorismo
  • Anniversari28 novembre e 4 dicembre
    Forze armate
    Forza Terrestre (FT)

    Forza Navale (FD)

    Forza Aerea (FA)

    Comando del Supporto Logistico (KML)

    Comando di Formazione e Dottrina (KDS)

    Comandanti
    Comandante supremo delle Forze armateBajram Begaj
    Ministro della difesaNiko Peleshi
    Comandante generaleMaksim Malaj
    Simboli
    Bandiere





    Emblema
    Civile
    Marina

    Ministero di Difesa

    Comando Generale
    Voci su unità militari presenti su Wikipedia

    Le Forze armate albanesi, in albanese Forcat e Armatosura të Republikës së Shqipërisë (FARSH), vennero costituite dopo la dichiarazione d'indipendenza nel 1912, e comprendono il comando generale con sede a Durazzo, la Forca Tokësore (esercito), la Forca Ajrore o FASH (aeronautica) e la Forca Detare (marina).

    Il presidente dell'Albania è il comandante in capo delle forze armate della nazione.[2] In tempo di pace, i poteri del presidente come comandante in capo vengono eseguiti tramite il Primo ministro e il Ministro della difesa.[3]

    L'esercito albanese ha avuto spesso il supporto di molti paesi NATO, tra cui Stati Uniti, Germania, Italia, Paesi Bassi, Belgio, Grecia e Turchia. In seguito l'esercito albanese ha lanciato nel 2002 un programma di riforme, migliorando la professionalità dei militari e naturalmente riducendo il loro numero.

    Il 4 aprile 2009 l'Albania è diventato membro della NATO.

    Struttura attuale dell'esercito albanese

    Secondo la Costituzione albanese, le forze armate hanno il diritto e il dovere di:

    • Proteggere l'integrità territoriale della Repubblica d'Albania;
    • Essere presenti nelle zone in cui è presente una minaccia per la sicurezza civile;
    • Assistere alla popolazione in caso di tragedie naturali o altri casi di emergenza;
    • Difendere la legge costituzionale da altri soggetti violenti o militari;
    • Partecipare in missioni composte da forze internazionali.

    L'esercito albanese ha origine dalle milizie medievali che facevano parte dei principati albanesi e che furono unite nella Lega di Alessio sotto Skanderbeg nel 1444, formando per la prima volta un esercito albanese unito.Dopo la conquista ottomana dell'Albania ci furono continue rivolte da parte di tribù albanesi che alla fine formarono il primo nucleo dell'Esercito nazionale Albanese.Il 4 dicembre 1912, poco dopo la dichiarazione d'indipendenza, il primo ministro albanese Ismail Qemali e il suo governo formarono l'Esercito nazionale albanese. Il suo primo comandante in capo fu il tenente colonnello Ali Shefqet Shkupi.[4] Nel 1923, le forze armate albanesi schieravano 10.691 truppe attive, comprese le forze di polizia militare. A quel tempo, l'Albania non aveva una marina.[5]

    Nel 1927, le forze armate albanesi contavano circa 8.000 effettivi, organizzati in 3 gruppi, con sede a Tirana, Scutari e Berat. Ogni gruppo era organizzato in 3 battaglioni di 500 uomini. Inoltre, un battaglione di guardie di 350 uomini era stato organizzato a Tirana. 4 battaglioni da montagna erano in riserva, così come carri armati e auto blindate. Inoltre, nella capitale vi erano una scuola per cadetti, una scuola di mitragliatori e una scuola di bombardieri. Il coinvolgimento italiano nelle forze armate albanesi era significativo, con un colonnello italiano assegnato a ciascuno dei 3 principali gruppi e un ufficiale italiano assegnato a ciascun battaglione e batteria e a ciascuna unità medica, veterinaria e di trasporto. Solo nel 1927, l'esercito albanese ordinò 20.000 fucili, 40 cannoni da montagna, 120 mitragliatrici e altri rifornimenti dall'Italia.[6]

    Regio esercito albanese

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    Lo stesso argomento in dettaglio: Regio Esercito Albanese e Invasione italiana dell'Albania.

    Il Regio esercito albanese (in albanese: Ushtria Mbretërore Shqiptare) è stato l'esercito del re Zog I dal 1928 al 1939. Il suo comandante in capo era il re stesso; il suo comandante generale Xhemal Aranitasi; il suo capo di stato maggiore era il generale Gustav von Myrdacz. L'esercito è stato finanziato principalmente dall'Italia.[7] Il 7 aprile 1939 le truppe italiane invasero il paese e lo conquistarono in 6 giorni dopo aver sopraffatto la resistenza dell'esercito albanese.

    Regime comunista

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    Lo stesso argomento in dettaglio: Armata popolare albanese.

    Subito dopo il termine della seconda guerra mondiale, in Albania si stabilì un regime comunista spalleggiato dalla Jugoslavia e dall'Unione Sovietica. Il paese firmò il Patto di Varsavia insieme alle altre potenze comuniste e stati satelliti dell'URSS. L'esercito albanese, ridenominato Armata popolare albanese, iniziò così a munirsi di armi russe, dai semplici fucili ai carri armati, e a volte prodotti in Albania, anche se di una qualità non professionale. Il controllo delle forze armate era nelle mani di Enver Hoxha, il quale, nei primi anni di governo, si era preso anche la carica di Comandante supremo delle forze armate. Con il raffreddamento delle relazioni con la Jugoslavia, il dittatore riteneva che quest'ultima stava cercando di annettere il paese, e infine ruppe ogni "amicizia", ma non senza iniziare a preoccuparsi seriamente. Anche se la superpotenza russa aveva aiutato l'Albania a fornire il suo esercito di armi moderne, lo stato albanese mette fine anche all'alleanza con il comunismo russo. Uscito ufficialmente dal patto di Varsavia nel 1968, e dopo aver tentato inutilmente una nuova eterna amicizia con il popolo cinese, che aveva comportato anche l'abolizione dei gradi militari sul modello dell'Esercito Popolare di Liberazione cinese (i gradi verranno reintrodotti nel 1991 col presidente Ramiz Alla)[8] e l'adozione di concetti strategici della guerra di guerriglia, Hoxha isolerà l'Albania dal resto dell'Europa, costruendo più di 750 000 bunker fortificati in tutto il paese[9], e appoggiando una propaganda che aveva come principio il rifiuto degli altri paesi, i quali avrebbero voluto invadere il paese delle aquile. In questo periodo il servizio militare era obbligatorio, con due anni di durata, per le persone dall'età tra 18 e 20 anni. Inoltre, uomini e donne, anche dopo aver passato i due anni alla leva militare, dovevano esercitarsi o compiere diverse azioni almeno una volta all'anno, con durata compresa tra 2 settimane o un mese intero.

    Durante questi anni il Sigurimi, il servizio segreto dell'Albania comunista, è stato responsabile dell'esecuzione, della prigionia e della deportazione di oltre 600 ufficiali delle forze armate[10], neutralizzando completamente l'abilità delle forze armate di iniziare un colpo di stato. Inizialmente l'epurazione comunista si concentrò sul personale militare diplomato alle accademie militari occidentali (principalmente dall'Italia 1927-1939), e fu estesa successivamente agli ufficiali laureati dall'Unione Sovietica (dopo che l'Albania abbandonò il Patto di Varsavia nel 1968).

    Modernizzazione

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    Negli anni novanta, la nuova democrazia stabilita in Albania aveva problemi più emergenti. Durante l'anarchia albanese del 1997, i tentativi politici di usare l'esercito per reprimere i disordini fallirono.[11] Solo nel 1999 iniziarono una serie di riforme, che avevano come obiettivo la modernizzazione dell'esercito e, nel contempo, la distruzione, assistita dagli statunitensi, di agenti per la guerra chimica lasciati dal regime comunista.[12] Molte armi furono ritenute vecchie, visto che molte erano state importate dalla Russia o dalla Cina. L'Albania ha accolto migliaia di rifugiati kosovari durante il conflitto del 1999 e ha consentito alla NATO di fornire assistenza logistica alle truppe della Kosovo Force attraverso la Zona di comunicazioni Ovest con sede a Durazzo.[13] L'Albania faceva parte della SFOR in servizio in Bosnia (allora missione dell'Unione Europea Althea), e le forze di pace albanesi hanno fatto inoltre parte dell'ISAF in Afghanistan e della forza internazionale di stabilizzazione in Iraq. L'Albania è stata un fermo sostenitore della politica statunitense in Iraq e una delle sole quattro nazioni a contribuire con truppe alla fase di combattimento dell'Operazione Enduring Freedom.[14] L'aumento del budget militare è stata una delle condizioni più importanti per l'integrazione nella NATO, avvenuta completamente nel 2009.[15] Attualmente si sta svolgendo una riforma importante, la diminuzione da 12.000 a 8.000 soldati professionisti e meglio equipaggiati. Dal 2018, inoltre, la NATO sta investendo oltre 50 milioni di euro nella modernizzazione della base aerea di Kuçovë.[16] Al 2019, le forze armate albanesi contano 8000 soldati attivi[17] e circa 5.000 riservisti.

    Attualmente le forze albanesi sono impegnate nelle seguenti missioni:

    Missione Organizzazione Truppe albanesi presenti Dato aggiornato a
    Sostegno Risoluto (Afghanistan) NATO 99[18] giugno 2020
    KFOR NATO 29[19] 2019
    EUFOR Althea Unione Europea ?[20] 2011
    SEEBRIG NATO 1 compagnia di fanteria[21]

    1 compagnia di ingegneri[21]

    Elementi nel battaglione CSS[21]

    2016

    In passato, sono state inoltre impegnate nelle seguenti missioni:

    Missione Organizzazione Truppe albanesi presenti Periodo
    MINURCAT ed EUFOR Tchad/RCA ONU e Unione europea 63[22] 2008 - 2010
    UNOMIG[23] ONU 3 osservatori[24] - 2009
    NATO Training Mission in Iraq NATO 2 (militari)[23] 2007 - 2010
    Operazione Iraqi Freedom NATO 70 - 215[23] 2003
    IFOR/SFOR NATO IFOR: 1 plotone[25]

    SFOR: 12 ufficiali e 56 coscritti[25]

    1996 - 2003/4

    Equipaggiamento

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    1. ^ globalfirepower.com, https://www.globalfirepower.com/country-military-strength-detail.asp?country_id=albania.
    2. ^ Articolo 168, sezione 2 della Costituzione albanese (28 novembre 1998)
    3. ^ Articolo 169, sezione 1 della Costituzione albanese (28 novembre 1998)
    4. ^ Former CHODs, su aaf.mil.al. URL consultato il 24 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2021).
    5. ^ (EN) Savel Zimand, ARMIES OF THE NATIONS STILL HUGE AND COSTLY; League of Nations Survey Shows That Most Countries Are Slow in Reducing Their Land Forces -Results of Inquiry Summarized (Published 1925), in The New York Times, 19 aprile 1925. URL consultato il 24 novembre 2020.
    6. ^ Swire, John (1971). Albania: The Rise of a Kingdom. New York: Arno Press. pp. 506–07.
    7. ^ (EN) Time Inc, LIFE, Time Inc, 17 aprile 1939. URL consultato il 24 novembre 2020.
    8. ^ Miranda Vickers. The Albanians: A Modern History. New York: I.B. Tauris, 2000. p. 224.
    9. ^ (EN) Bunkers of Albania, su Atlas Obscura. URL consultato il 23 novembre 2020.
    10. ^ (EN) Barry Lewis — Albania Series [collegamento interrotto], su Café Royal Books — British Documentary Photography. URL consultato il 23 novembre 2020.
    11. ^ UNDP Albania » Project page, su web.archive.org, 2 marzo 2013. URL consultato il 23 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2013).
    12. ^ Fact Sheets | Arms Control Association, su armscontrol.org. URL consultato il 23 novembre 2020.
    13. ^ KFOR: Basic Information:, su nato.int. URL consultato il 23 novembre 2020.
    14. ^ United States Department of State, Bureau of European and Eurasian Affairs/Maggio 2007.
    15. ^ (EN) NATO, NATO’s relations with Albania, su NATO. URL consultato il 23 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2016).
    16. ^ NATO to revamp Albanian air base: PM, su Space Daily. URL consultato il 23 novembre 2020.
    17. ^ "Defence Expenditure of NATO Countries (2013–2019)" (PDF) (PDF), su nato.int.
    18. ^ "Resolute Support Mission: Key Facts and Figures" (PDF). (PDF), su nato.int.
    19. ^ "KFOR Key Facts and Figures" (PDF) (PDF), su nato.int.
    20. ^ EUFOR Fact Sheet - Countries of EUFOR, su web.archive.org, 18 luglio 2011. URL consultato il 23 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2011).
    21. ^ a b c Nation 1, su seebrig.org. URL consultato il 24 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2020).
    22. ^ Albanian MoD website (2010), su mod.gov.al. URL consultato il 24 novembre 2020 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2014).
    23. ^ a b c UNOMIG: United Nations Observer Mission in Georgia - Facts and Figures, su peacekeeping.un.org. URL consultato il 24 novembre 2020.
    24. ^ (EN) Fact sheet on the UN Observer Mission in Georgia (UNOMIG) - Georgia, su ReliefWeb. URL consultato il 24 novembre 2020.
    25. ^ a b SFOR - Albania the land of eagles, su nato.int. URL consultato il 24 novembre 2020.

    Voci correlate

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    Altri progetti

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    Collegamenti esterni

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