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La Chaux-de-Fonds

Coordinate: 47°06′05″N 6°49′30″E
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La Chaux-de-Fonds
città
La Chaux-de-Fonds – Stemma
La Chaux-de-Fonds – Bandiera
La Chaux-de-Fonds – Veduta
La Chaux-de-Fonds – Veduta
Localizzazione
StatoSvizzera (bandiera) Svizzera
Cantone Neuchâtel
DistrettoNon presente
Amministrazione
SindacoJean-Daniel Jeanneret (PLR) dal 2023
Lingue ufficialifrancese
Territorio
Coordinate47°06′05″N 6°49′30″E
Altitudine988 m s.l.m.
Superficie55,71[1] km²
Abitanti36 527[2] (2022)
Densità655,66 ab./km²
Frazionivedi elenco
Comuni confinantiBonnétage (FR-25), Fournet-Blancheroche (FR-25), Grand'Combe-des-Bois (FR-25), La Ferrière (BE), La Sagne, Le Locle, Les Bois (JU), Les Planchettes, Renan (BE), Val-de-Ruz
Altre informazioni
Cod. postale2300
Prefisso032
Fuso orarioUTC+1
Codice OFS6421
TargaNE
Cartografia
Mappa di localizzazione: Svizzera
La Chaux-de-Fonds
La Chaux-de-Fonds
La Chaux-de-Fonds – Mappa
La Chaux-de-Fonds – Mappa
Sito istituzionale

La Chaux-de-Fonds (toponimo francese) è un comune svizzero di 36 527 abitanti del Canton Neuchâtel; ha il titolo di città. Nota per la presenza di diverse industrie orologiere, nel 2009 la città è stata riconosciuta patrimonio dell'umanità UNESCO assieme alla vicina Le Locle.

Logo della città

Geografia fisica

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Il territorio del comune di La Chaux-de-Fonds si estende in una valle del massiccio del Giura, lungo il fiume Doubs che segna il confine tra la Francia e la Svizzera; situata a un'altitudine di circa 1 000 m s.l.m.[3], è la seconda città svizzera più elevata, dietro a Davos[senza fonte]. Nel territorio comunale si trova la grotta del Bichon[4].

Il comune di La Chaux-de-Fonds è stato istituito nel 1656; la città fu completamente distrutta da un incendio nel 1794 e ricostruita secondo una pianta a scacchiera. Karl Marx descrisse La Chaux-de-Fonds come una «grande città-officina» ne Il Capitale, ove analizzò la divisione del lavoro nell'industria orologiaia del Giura[5]. Nel 1900 ha inglobato il comune soppresso di Les Eplatures; è stata il capoluogo del distretto di La Chaux-de-Fonds dal 1848 fino alla sua soppressione nel 2017[3].

«Interzato in fascia: il primo d’azzurro, a tre stelle di cinque raggi, ordinate in fascia,, d'argento; il secondo, d'argento, all'alveare d'oro, accostato da api volanti dello stesso; il terzo scaccato d'azzurro e d'argento, di sette tiri e tre fila. Lo scudo è cimato dalla croce federale d'argento, raggiante d'oro[6][senza fonte]

Lo stemma è stato adottato nel 1851 per sostituire, dopo la nascita della moderna Confederazione elvetica nel 1848, quello precedente che recava una corona prussiana. Le tre stelle sono simbolo di integrazione e rappresentano le tre comunità che compongono la popolazione: i cittadini di Neuchâtel, i cittadini svizzeri non cantonali e gli stranieri immigrati. L'argento dovrebbe simboleggiare la nuova era amministrativa repubblicana; l'alveare con le api rappresenta l'industria emergente e l'operosità dei suoi lavoratori, il numero delle api non è blasonato ma per tradizione sono raffigurate quattro a destra e tre a sinistra; l'oro è simbolo di prosperità. Gli undici pezzi azzurri dello scaccato rappresentano gli undici quartieri storici della circoscrizione comunale[7][senza fonte].

Monumenti e luoghi d'interesse

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 Bene protetto dall'UNESCO
Urbanistica orologiera di La Chaux-de-Fonds/Le Locle
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(iv)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2009
Scheda UNESCO(EN) La Chaux-de-Fonds / Le Locle, watchmaking town planning
(FR) Scheda

L'urbanistica delle città orologiere La Chaux-de-Fonds e Le Locle è stata inserita dall'UNESCO nel 2009 tra i patrimoni dell'umanità[5].

Architetture religiose

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Il "Grand temple"
  • Chiesa riformata ("Grand temple"), eretta nel 1794-1796 in luogo della precedente chiesa di Sant'Umberto (consacrata nel 1528)[3], ricostruita nel 1919, con torre dell'orologio;
  • Sinagoga, eretta nel 1896[3];
  • Chiesa riformata tedesca, eretta nel 1853[3];
  • Chiesa cattolica del Sacro Cuore, eretta nel 1926-1927[senza fonte];
  • Chiesa riformata di San Giovanni, eretta nel 1972[3].

Architetture civili

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Evoluzione demografica

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L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[3]:

Abitanti censiti[14]

Etnie e minoranze straniere

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La rapida crescita demografica indotta dall'industrializzazione attirò una forte immigrazione a La Chaux-de-Fonds da altre regioni della Svizzera (in particolare dal Canton Ginevra prima e dal Canton Berna poi: nel 1880 il 30% della popolazione era di lingua tedesca) e da altri Paesi europei come Francia (in particolare operai specializzati dalla Franca Contea) e Italia (la comunità di immigrati italiani nei primi decenni del Secondo dopoguerra arrivò a rappresentare oltre il 10% della popolazione)[3].

Istituzioni, enti e associazioni

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La Chaux-de-Fonds è il principale centro del movimento esperantista in Svizzera: vi hanno sede la Kooperativo de Literatura Foiro (LF-koop), cooperativa che edita le riviste Femina e Literatura Foiro, il Centre de documentation et d'étude sur la langue internationale (in esperanto Centro de dokumentado kaj esploro pri la lingvo internacia, CDELI), raccolta di testi in esperanto ospitata nella biblioteca civica della città[15], e il centro culturale Kultura Centro Esperantista[16]. A La Chaux-de-Fonds ha anche la sua sede principale la Società Svizzera di Speleologia (SSS).

Il Museo internazionale dell'orologeria

Teatro e musica

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Il Théâtre et salle de musique de La Chaux-de-Fonds

Geografia antropica

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Scheme delle vie di La Chaux-de-Fonds

La città fu interamente ricostruita dopo l'incendio che la distrusse nel 1794[3]. La ricostruzione, ispirata dall'incisore Moïse Perret-Gentil[3], seguì una pianta a scacchiera; il piano regolatore, entrato in vigore nel 1841, fu opera dell'ingegnere Charles-Henri Junod[28]. Agli inizi del XX secolo la città si arricchì di numerosi edifici Art Nouveau[3][28]; nei decenni successivi l'urbanistica rimase a lungo coerente con l'impostazione originaria, tanto che non esiste una distinzione tra centro e periferia e La Chaux-de-Fonds si definisce "città nella campagna" (al di fuori del nucleo urbano permangono fattorie destinate a uso agricolo), anche se a partire dagli anni 1960 sorsero nuovi quartieri residenziali a nord e a sud della città[3].

Frazioni e quartieri

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I quartieri di La Chaux-de-Fonds

Le frazioni e i quartieri di La Chaux-de-Fonds sono[senza fonte]:

  1. Ville Ancienne
  2. Centre
  3. Abeilles-Numa Droz
  4. Succès
  5. Forges-Endroits
  6. Pouillerel-Postiers-Chevreuils
  7. Beauregard
  8. Bel-Air
  9. Charrière
  10. Croix-Fédérale
  11. Olives-Crosettes
  12. Crêtets
  13. Ruche
  14. Eplatures-Crêt du Locle[29]
  15. Secteur forain ouest
  16. Secteur forain nord
  17. Secteur forain est
  18. Secteur forain sud
La sede storica della Girard-Perregaux

L'economia di La Chaux-de-Fonds è fondata sull'orologeria e sulla micromeccanica[3]. Vi hanno sede numerose manifatture orologiere: tra queste Breitling, Corum, Ebel, Eberhard, Girard-Perregaux, Greubel Forsey, Movado, TAG Heuer. Altre aziende del settore fondate a La Chaux-de-Fonds e in seguito chiuse o trasferite altrove sono Avia, Festina, Gallet & Co., Invicta, Marvin, Mondia, Omega, Solvil et Titus, Zeno-Watch Basel. La percentuale degli impiegati nel settore secondario è comunque calata nella seconda metà del XX secolo, passando dal 64% nel 1941 a meno del 50% nel 2000[3].

Infrastrutture e trasporti

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Il valico Vue des Alpes

Il valico Vue des Alpes, che collega La Chaux-de-Fonds con Val-de-Ruz e Neuchâtel, è attraversato da una galleria stradale e da una ferroviaria.

La Chaux-de-Fonds è servita dalla strada principale 18 e dalla strada principale 20 (a tratti classificata autostrada A20).

La stazione di La Chaux-de-Fonds

La Chaux-de-Fonds è servita dall'omonima stazione sulla ferrovia Neuchâtel-Le Locle, capolinea delle linee per Bienne, per Les Ponts-de-Martel e per Saignelégier (soppressa). Nel territorio comunale sorgono anche le stazioni di La Chaux-de-Fonds-Est, di La Chaux-de-Fonds-Grenier, di La Cibourg, di Le Crêt-du-Locle, di Le Reymond, di Les Eplatures e di La Chaux-de-Fonds Les Forges.

L'aeroporto di La Chaux-de-Fonds-Les Eplatures

L'aeroporto di La Chaux-de-Fonds-Les Eplatures è stato aperto nel 1926 e ammodernato nel 1956[3].

Amministrazione

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A partire dal 1848 il comune patriziale (soppresso nel 1888) è stato sostituito dal comune politico, nel quale il potere legislativo è affidato al consiglio generale (40 membri – 41 dal 1918 – eletti a suffragio universale) il quale esprime un esecutivo (consiglio comunale) di cinque membri (inizialmente sette)[3]. L'amministrazione fu retta dai radicali fino alla fine del XIX secolo, ma crebbe progressivamente l'influenza dei liberali e dei socialisti, che detennero la maggioranza fino al 1921[3]. Dal 1948 l'esecutivo fu formato da due membri socialisti, un operaio e popolare, un radicale e un liberale[3]; tale composizione è stata in seguito modificata e alle elezioni del 25 ottobre 2020 sono risultati eletti un esponente del Partito Socialista, uno del Partito del Lavoro, uno dei Verdi, uno dei PLR.I Liberali Radicali e uno dell'Unione Democratica di Centro[30].

Presidenti del consiglio comunale

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1918 1924 Justin Stauffer PS Presidente del consiglio comunale [senza fonte]
1924 1936 Paul Stähli PS Presidente del consiglio comunale [senza fonte]
1936 1948 Hermann Guinand PS Presidente del consiglio comunale [31]
1948 1959 Gaston Schelling PS Presidente del consiglio comunale [31]
1959 1960 Marcel Itten PS Presidente del consiglio comunale [31]
1960 1970 André Sandoz PS Presidente del consiglio comunale [31]
1970 1980 Maurice Payot PS Presidente del consiglio comunale [31]
1980 1988 Francis Matthey PS Presidente del consiglio comunale [31]
1988 2004 Charles Augsburger PS Presidente del consiglio comunale [31]
2004 2005 Claudine Stähli-Wolf POP Presidente del consiglio comunale [31]
2005 2006 Didier Berberat PS Presidente del consiglio comunale [31]
2006 2007 Pierre Hainard UDC Presidente del consiglio comunale [31]
2007 2008 Laurent Kurth PS Presidente del consiglio comunale [31]
2008 2009 Jean-Pierre Veya POP Presidente del consiglio comunale [31]
2009 2010 Didier Berberat PS Presidente del consiglio comunale [31]
2010 2011 Laurent Kurth PS Presidente del consiglio comunale [31]
2011 2012 Pierre-André Monnard L/PPN (PLR) Presidente del consiglio comunale [31]
2012 2013 Jean-Pierre Veya POP Presidente del consiglio comunale [31]
2013 2014 Pierre-André Monnard L/PPN (PLR) Presidente del consiglio comunale mandato parziale[31]
2013 2014 Jean-Charles Legrix UDC Presidente del consiglio comunale mandato parziale[31]
2014 2015 Nathalie Schallenberger Verdi Presidente del consiglio comunale [31]
2015 2016 Théo Huguenin-Elie PS Presidente del consiglio comunale [31]
2016 2017 Sylvia Morel PLR Presidente del consiglio comunale [31]
2017 2018 Théo Huguenin-Elie PS Presidente del consiglio comunale [31]
2018 2019 Katia Babey PS Presidente del consiglio comunale [31]
2019 2020 Théo Bregnard POP Presidente del consiglio comunale [31]
2020 2021 Théo Huguenin-Elie PS Presidente del consiglio comunale [31]
2021 2022 Théo Bregnard POP Presidente del consiglio comunale [31]
2022 2023 Patrick Herrmann Verdi Presidente del consiglio comunale [32]
2023 2024 Jean-Daniel Jeanneret PLR Presidente del consiglio comunale [33]
Lo stadio di la Charrière

Gli sport più seguiti a La Chaux-de-Fonds sono l'hockey su ghiaccio e il calcio[3]. La principale squadra di hockey della città è l'Hockey Club La Chaux-de-Fonds il cui impianto, il patinoire des Mélèzes, ha ospitato anche gare del Campionato mondiale di hockey su ghiaccio 1971; la principale squadra di calcio è il Football Club La Chaux-de-Fonds, che gioca nello stadio di la Charrière. Sono inoltre presenti un'altra squadra di calcio, il Football Club Étoile-Sporting La Chaux-de-Fonds, e una di football americano, i La Chaux-de-Fonds Hornets.

  1. ^ (DEFR) Generalisierte Grenzen 2020: Hilfsdatei, su bfs.admin.ch, Ufficio federale di statistica, 14 febbraio 2020. URL consultato il 22 aprile 2024.
  2. ^ (DEENFRIT) Ständige Wohnbevölkerung nach Staatsangehörigkeitskategorie, Geschlecht und Gemeinde, definitive Jahresergebnisse, 2022, su bfs.admin.ch, Ufficio federale di statistica, 24 agosto 2023. URL consultato il 22 aprile 2024.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y Jean-Marc Barrelet, La Chaux-de-Fonds, in Dizionario storico della Svizzera, 25 febbraio 2010. URL consultato il 22 aprile 2024.
  4. ^ Michel Egloff, Grotta del Bichon, in Dizionario storico della Svizzera, 23 aprile 2001. URL consultato il 23 aprile 2024.
  5. ^ a b (ENFR) La Chaux-de-Fonds / Le Locle, Watchmaking Town Planning / La Chaux-de-Fonds / Le Locle, urbanisme horloger, su whc.unesco.org, sito istituzionale del Patrimonio dell'umanità UNESCO. URL consultato il 7 giugno 2024.
  6. ^ (FR) Les armoiries de La Chaux-de-Fonds 3. La Commune de 1888 (PDF), su chaux-de-fonds.ch, sito istituzionale del comune di La Chaux-de-Fonds. URL consultato il 19 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2022).
  7. ^ (FR) Les armoiries de La Chaux-de-Fonds 2. La Municipalité (PDF), su chaux-de-fonds.ch, sito istituzionale del comune di La Chaux-de-Fonds. URL consultato il 19 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2022).
  8. ^ (FR) Villa Fallet, su fondationlecorbusier.fr. URL consultato il 23 aprile 2024.
  9. ^ (FR) Villa Stotzer, su fondationlecorbusier.fr. URL consultato il 23 aprile 2024.
  10. ^ (FR) Villa Jaquemet, su fondationlecorbusier.fr. URL consultato il 23 aprile 2024.
  11. ^ (FR) Villa Jeanneret-Perret, su fondationlecorbusier.fr. URL consultato il 23 aprile 2024.
  12. ^ (FR) Cinéma "La Scala", su fondationlecorbusier.fr. URL consultato il 23 aprile 2024.
  13. ^ (FR) Villa Schwob ou Villa Turque, su fondationlecorbusier.fr. URL consultato il 23 aprile 2024.
  14. ^ Dizionario storico della Svizzera
  15. ^ (EOFR) Sito della biblioteca, su cdeli.org. URL consultato il 26 aprile 2024.
  16. ^ (EO) Sito del Kultura Centro Esperantista, su eventaservo.org. URL consultato il 29 aprile 2024.
  17. ^ (DEENFR) HES-SO - Carte des hautes écoles, su hes-so.ch. URL consultato il 25 aprile 2024.
  18. ^ (DEENFR) Musée international d'horlogerie, su chaux-de-fonds.ch, sito istituzionale del comune di La Chaux-de-Fonds. URL consultato il 26 aprile 2024.
  19. ^ (FR) Sito istituzionale del museo, su mbac.ch. URL consultato il 26 aprile 2024.
  20. ^ (FR) Sito istituzionale del museo, su mhcdf.ch. URL consultato il 27 aprile 2024.
  21. ^ (FR) Sito istituzionale del museo, su muzoo.ch. URL consultato il 28 aprile 2024.
  22. ^ (DEENFR) Musée paysan et artisanal, su chaux-de-fonds.ch, sito istituzionale del comune di La Chaux-de-Fonds. URL consultato il 28 aprile 2024.
  23. ^ Ernst Bollinger, L'Impartial, in Dizionario storico della Svizzera, 30 ottobre 2007. URL consultato il 28 aprile 2024.
  24. ^ Marc Perrenoud, La Sentinelle, in Dizionario storico della Svizzera, 25 aprile 2013. URL consultato il 28 aprile 2024.
  25. ^ (FR) L'heure bleue, su tpr.ch. URL consultato il 29 aprile 2024.
  26. ^ (FR) tpr.ch, https://www.tpr.ch. URL consultato il 29 aprile 2024.
  27. ^ (FR) bikinitest.ch, https://bikinitest.ch. URL consultato il 29 aprile 2024.
  28. ^ a b (DEENFR) Repères historiques, su chaux-de-fonds.ch, sito istituzionale del comune di La Chaux-de-Fonds. URL consultato il 1º maggio 2024.
  29. ^ Myriam Volorio Perriard, Les Eplatures, in Dizionario storico della Svizzera, 20 marzo 2006. URL consultato il 1º maggio 2024.
  30. ^ (FR) Historique, su chaux-de-fonds.ch, sito istituzionale del comune di La Chaux-de-Fonds. URL consultato il 10 maggio 2024.
  31. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z (FR) Etat des Conseillers communaux (PDF), su chaux-de-fonds.ch, sito istituzionale del comune di La Chaux-de-Fonds. URL consultato il 10 maggio 2024.
  32. ^ (FR) Photos des années précédentes, su chaux-de-fonds.ch, sito istituzionale del comune di La Chaux-de-Fonds. URL consultato il 10 maggio 2024.
  33. ^ (FR) Conseil communal, su chaux-de-fonds.ch, sito istituzionale del comune di La Chaux-de-Fonds. URL consultato il 10 maggio 2024.

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Collegamenti esterni

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